Abituati a vivere nel benessere e nella prosperità non sempre diamo importanza alle risorse che il Pianeta ci offre. Molte di esse, infatti, sono decisamente scarse e, nel corso degli anni, divenute sempre più preziose.
Le frasi sul consumo ci raccontano cosa significa vivere in una società basata sul consumismo.
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- Il funerale di Kennedy rivelò il potere della tv di coinvolgere un’intera popolazione in un processo rituale. In confronto i giornali, i cinema e persino la radio sono soltanto congegni per produrre beni di consumo.
- Oggi la gran parte di noi occidentali può permettersi di condurre un’esistenza piena di sprechi. Ma in questo modo dimentichiamo che le nostre condizioni sono soggette a fluttuazioni e che potremmo non essere in grado di anticipare quando il vento cambierà. A quel punto saremo ormai troppo abituati a uno stile di vita dispendioso, per cui le uniche vie d’uscita potranno essere una drastica riduzione del nostro tenore di vita o la bancarotta.
- La Grande Crisi può essere l’occasione per cogliere la palla al balzo e rivedere il nostro stile di vita passando dal “consumo meno” al più gratificante “consumo meglio”.
- La società dei consumi ci ha detto che la felicità consiste nell’avere le cose, e non è riuscita a insegnarci la felicità di non avere le cose.
- L’accumulo dei beni materiali non è il fine ultimo della vita.
- Perché dovrei appoggiare un sistema che vive di speculazioni, un capitalismo che non riesce a dare case a tutti ma anzi le toglie?
- La vera ragione per cui ci viene versato uno stipendio non è l’equità o l’apprezzamento per il nostro lavoro, ma la speranza di vederci spendere quei soldi in una nuova auto o in un nuovo computer, prima che gli operai sfruttati per produrli dall’altra parte del globo pretendano stipendi più dignitosi e orari di lavoro più umani.
- Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. E’ una guerra silenziosa e la stiamo perdendo
- Una religione che non ha attraversato la modernità. E il cui richiamo al trascendente è un lamento contro il potere del consumo che ormai domina nel mondo occidentale.
- Oggi il mito del consumo illimitato sostituisce la fede nella vita eterna.
- Il capitalismo è come un pesce morto al chiaro di luna: luccica ma puzza.
- Per molti, che hanno imparato un poco come i pappagalli lo teorie socialiste, il «capitalismo» spiega tutto ed è cagione di ogni male che si osserva nell’umano consorzio.
- Tu sei il consumista perfetto. Il sogno di ogni gerarca o funzionario della presente dittatura, che per tenere in piedi le sue mura deliranti ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, illumini più di quanto può vedere, fumi più di quanto può fumare, compri più di quanto lo soddisfa.
- Scegliete il vostro motivo ‐ che sia l’ambiente, la salute, la sensibilità verso chi soffre la fame o verso gli animali macellati ‐ ma limitate il consumo di carne: il vegetarianesimo è il futuro dell’alimentazione.
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- Il vizio tipico del capitalismo è l’ineguale distribuzione della ricchezza.
La virtù intrinseca del socialismo è l’equa ripartizione della miseria. - Il capitalismo è l’opposto della solidarietà e della partecipazione democratica. I modelli di produzione e consumo che lo caratterizzano promuovono il saccheggio, il militarismo, minacciano la pace, generano violazioni dei diritti umani e sono il più grande pericolo per l’equilibrio ecologico del pianeta e la sopravvivenza degli esseri umani.
- I rifiuti mandano un doppio crudele messaggio: ci dicono che le cose vengono usate con economica brutalità, senza comprensione e sintonia, e che tutto ciò che non conserva l’abbagliante luccichio del ‘nuovo di zecca’ è semplicemente da buttare: che terribile oracolo: l’usa e getta come canone fondamentale della nostra società!
- Il socialismo, al nostro tempo, non è una conquista dei socialisti; il socialismo moderno è il figlio degenere del capitalismo. E così sarà negli anni a venire.
- Dèi delle carte di credito e delle autostrade, di Internet e del telefono, della radio e dell’ospedale e della televisione, dèi fatti di plastica, di suonerie e di neon. Dèi pieni di orgoglio, creature grasse e sciocche, tronfie perché si sentono nuove e importanti.
- L’atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell’inghiottimento del mondo intero.
- Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto.Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te.
- Un consumatore soddisfatto sarebbe una catastrofe perla società dei consumi, per la quale invece i bisogni devono essere sempre risorgenti, non devono avere mai fine; i consumatori devono essere insaziabili, alla perenne ricerca di nuovi prodotti,avidi di nuove soddisfazioni in un mercato che sforna continuamente prodotti nuovi e inediti
- Gli idoli dell’uomo moderno avido, alienato sono la produzione, il consumo, la tecnologia, lo sfruttamento della natura.
- E’ un tempo dove si consuma tutto rapidamente, come dominasse una voracità che distrugge.
Si consumano non solo oggetti, ma anche idee. Quanto dura un pensiero su internet? Neanche una giornata.
E i sentimenti? Basta un clic e si rescinde un legame che durava anni. Con un semplice “blocca utente”. - Oggi il consumatore è la vittima del produttore, che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai quali deve trovar posto nella sua anima.
- Ognuno oggi può fare l’editing della propria vita e consegnarla al pubblico consumo, crearsi un’identità di finzione. È uno stadio dell’evoluzione in cui chi nasce ora conoscerà solo vestiti e facce di chi è stato instagrammato.
- Dissuadere dal consumo di alcool e di tabacco è di sinistra.
- Poi accende la televisione e si mette a guardare una soap opera, avete presente, no? Gente vera che interpreta gente finta e con problemi inventati, a uso e consumo di gente vera che le guarda per dimenticare problemi veri.
- Noi non siamo definitivi rispetto agli oggetti che scegliamo di consumare ma sono loro in effetti a definire il nostro essere soggetti. Chi non consuma gli oggetti prescritti rischia in ogni momento di essere estromesso dalla società.
- I consumatori moderni possono etichettare sé stessi con questa formula: io sono = ciò che ho e ciò che consumo.
- Il capitalismo odierno, giunto all’egemonia nella vita economica, si crea e educa, per via della selezione economica, i soggetti economici, imprenditori ed operai, di cui abbisogna.
- In questo nuovo Regno l’uomo ha ancora una parte, ma come sottoprodotto. Non è più propriamente un uomo, ma un «consumatore». È un tramite. È il tubo digerente, il lavandino, il water attraverso cui deve passare il più velocemente possibile ciò che altrettanto rapidamente produce.
- La pubblicità ha spinto questa gente ad affannarsi per automobili e vestiti di cui non hanno bisogno. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.
- Io sono una repubblicana conservatrice, una convinta sostenitrice del capitalismo del libero mercato.
- Una società dei consumatori non può che essere una società dell’eccesso, del superfluo e dello scarto abbondante.
- Nei Paesi ricchi il consumo consiste in persone che spendono soldi che non hanno, per comprare beni che non vogliono, per impressionare persone che non amano.
- Il capitalismo non può essere democratico.
- La scelta del partner obbedisce allo stesso criterio che interviene nell’acquisto di un prodotto. Si cerca una persona adeguata alle proprie esigenze con la stessa preoccupazione che accompagna la scelta di un elettrodomestico. La ricerca del partner è calcolata, fredda, distaccata,priva di emozioni. Se qualcosa non funziona, al pari di qualsiasi prodotto d’acquisto, allora si mette da parte, si scarta la persona trovata e si passa ad altro.
- Mia madre m’insegnò l’anticonsumismo più intransigente: invece del «Nulla si crea e nulla si distrugge», lei praticava il «Nulla si compra e nulla si butta via».
- Noi non viviamo la vita. Noi la consumiamo.
- Le gravi catastrofi naturali reclamano un cambio di mentalità che obbliga ad abbandonare la logica del puro consumismo e a promuovere il rispetto della creazione.
- Lo scopo del gioco del consumo non è tanto la voglia di acquisire e possedere, né di accumulare ricchezze in senso materiale, tangibile, quanto l’eccitazione per sensazioni nuove, mai sperimentate prima. I consumatori sono prima di tutto raccoglitori di sensazioni: sono collezionisti di cose solo in un senso secondario e derivato.
- Considerati nell’insieme noi consumiamo non perché vogliamo ma perché dobbiamo consumare per mantenere il meccanismo produttivo che ha necessità di esprimersi a livelli sempre più alti (le crescite esponenziali) per non crollare su se stesso. Siamo al servizio di un sistema di cui costituiamo i terminali passivi.
- La prossima volta che ti viene voglia di lamentarti per qualcosa, ricordati che il tuo bidone dell’immondizia probabilmente è nutrito meglio del trenta per cento della popolazione mondiale.
- In una società di consumo ci sono inevitabilmente due tipi di schiavi: i prigionieri delle dipendenze da consumo e i prigionieri dell’invidia.
- La democrazia è la forma politica del capitalismo.
- La storia suggerisce che il capitalismo è una condizione necessaria per la libertà politica. Chiaramente non è una condizione sufficiente.
- La concezione di felicità tipica della cultura di massa […] può essere detta consumatrice nel senso più largo del termine, vale a dire che essa spinge non soltanto al consumo dei prodotti, ma al consumo della vita stessa.
- Lo sai che significa capitalismo? Fregare la gente.
- Le persone sono state create per essere amate. Le cose sono state create per essere usate. Il motivo per cui il mondo è nel caos è che si amano le cose e si usano le persone
- Noi dobbiamo e, grazie al progresso scientifico, possiamo edificare una società post-industriale in maniera che l’esercizio della creatività di una persona non imponga mai ad altri un lavoro, un sapere o un tipo di consumo obbligatori.
- Il consumismo è interessante perché non è affatto un materialismo, ma una forma di spiritualismo, perché il consumatore non si attacca agli oggetti. Consumare è prendere, utilizzare e gettare, distruggere nel consumo.
- In America i film non sono inframmezzati da inserzioni pubblicitarie soltanto perché il cinema è in se stesso la maggior forma di propaganda per i beni di consumo.
- Sottoprodotto della circolazione delle merci, la circolazione umana considerata come un consumo, il turismo, si riduce fondamentalmente alla facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale.
- Il consumismo ti consuma.
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