Le parabole sono racconti che hanno come obiettivo quello di fornire un insegnamento oppure una morale di tipo sociale o religioso, sfruttando una serie di similitudini, metafore oppure allegorie.
Le frasi sulle parabole ci raccontano alcuni degli insegnamenti di Gesù.
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- Se fossi un figliol prodigo
avrei un vitello grasso. - Il lievito ha una forza misteriosa, la capacità di acidificare tutto, di non fermarsi mai, di cambiare tutto ciò a cui esso accede.
- Che un’anima sia tra le vergini prudenti o tra quelle stolte lo decide il fatto che la sua fede resti puramente teorica o diventi qualcosa di reale nella vita. Non basta dire di sì e lasciare tutto il resto al Signore. Non basta nemmeno compiere un gesto di buona volontà, portare la lampada e lasciare al Signore la sua fiamma. È richiesto anche l’esito dell’esperienza, per cui si sa che lampade per ardere hanno bisogno di olio; non si può contare sul miracolo al posto della situazione normale, neppure su una qualche commozione del Signore, per cui anche le più stupide sono venute e si aspettano di essere trattate come quelle prudenti. Siamo molto lontani dai lavoratori dell’ultima ora. Alle vergini infatti si chiede quello che esse possono sicuramente fare.
- Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
- Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
- Un uomo gettò il seme nel suo campo. Quest’uomo sa che cosa vuole, che cosa deve aspettarsi e sperare. Tiene il seme nella sua mano, più o meno sa come è fatto, senza poter dire che cosa verrà da ogni singolo granellino. E deve lasciar cadere i granellini e consegnarli alla terra, all’oscurità, per potersi vedere restituito ciò che spera. La crescita deve affidarla a Dio. Dio vuole solo che egli semini, che egli ponga un gesto di cui sa qualcosa, ma non certamente tutto. […] Che egli se ne occupi o guardi o dorma: il seme cresce. È come la parola di Dio che si fa uomo: il Signore la pronuncia, gli uomini la raccolgono, diviene adatta per il regno, così che possa ritornare al Padre e il Padre la riconosca. Una parola che forse giace silenziosa in un uomo e che improvvisamente matura, così da contenere in sé già i frutti dell’azione.
- Il ritorno del figliol prodigo è quasi proverbialmente legato a effervescenti manifestazioni di gioia da parte dell’intera compagnia con, forse, la sola eccezione del vitello ingrassato.
- Gesù Cristo entra in una locanda, consegna tre chiodi al locandiere e gli dice: “puoi sistemarmi per la notte?”
- Federico Fellini, Andy Wahrol e Gesù. Ognuno a modo suo ha cambiato la mia vita.
- Non giudicate, affinché non siate giudicati.
- Siamo più popolari di Gesù Cristo adesso. Non so chi morirà per primo. Il Rock and Roll o il Cristianesimo.
- La rete è gettata dall’alto nel mare; essa rimane immersa nell’acqua e raccoglie ogni genere. La rete non fa scelte. La mancanza di selezione è un’immagine della nostra quotidianità umana in cui, apparentemente, si raccoglie, convive e procede insieme ogni genere di realtà. Poi, però, ci sono anche delle distinzioni, delle separazioni. La prima separazione ha luogo mediante la stessa rete, anche se ciò non è detto esplicitamente: vi sono quelli che sono nella rete e quelli che sono fuori. Degli ultimi qui non si parla. Tutta l’attenzione va a quelli che sono nella rete. Nella loro varietà essi corrispondono a un’attesa. L’attesa che quel che è nella rete, possa essere utilizzato come si augura il pescatore.
- Quest’uomo che distribuisce i suoi beni tra i suoi servi secondo la loro capacità, conosce e osserva dal di dentro i suoi servi. Il partire – se quell’uomo è Cristo – è il rinvio del tempo del suo ritorno. I suoi rimangono nel paese, con un’idea di ciò che devono fare. Conoscono il loro signore, sanno che, se ha affidato loro qualcosa, è perché si fida delle loro energie umane, della loro ragione e della loro capacità di mettere tutto questo a frutto del suo servizio. I servi non devono sottovalutare queste loro capacità, ponendo essi stessi dei limiti a priori o accontentandosi di risultati mediocri. Mentre il loro padrone è assente devono darsi da fare con i suoi beni, come se fossero i loro; i suoi interessi devono coincidere con i loro.
- Seguire Gesù da vicino non è facile, perché la strada che Lui sceglie è la via della croce.
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- Nessuno ricorderebbe il Buon Samaritano se avesse avuto solo buone intenzioni. Aveva anche soldi.
- Il Vangelo di Luca parla anche della nostra preghiera: racconta la parabola dell’amico importuno (11,5-8), quella della vedova e del giudice disonesto (18,1-8), per dirci che è necessario pregare sempre, senza stancarci.
- Se il figliol prodigo non avesse mai lasciato casa sua, […] il vitello grasso sarebbe ancora vivo.
- Comportarsi da buon samaritano nella capitale inglese è considerato sport estremo, alla stregua del base jumping o della lotta con i coccodrilli.
- Dobbiamo liberarli!
Prova! Una volta è venuto un liberatore, ma fu inchiodato sulla croce. - Abituarsi a guardare la vita come una cosa d’altri, rubata per scherzo, da restituire domani. Convincersi ch’è uno sbaraglio per temerari, che la precauzione suprema è morire.
- Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
- Gesù fu il primo socialista, il primo che cercò di ottenere migliori condizioni di vita per l’umanità.
- Il cristianesimo è presente, con la sua meravigliosa parabola del figliol prodigo, per spronarci all’indulgenza e al perdono.
- Ci sono le lucciole attorno al monastero sulle colline umbre: con la lanterna accesa sul loro addome, facendo danzare la loro nota luminosa sul pentagramma della notte, ripetono alle monache di clausura la parabola delle vergini sagge e stolte.
- Non vi sono racconti, non vi sono parabole, somiglianti ai racconti e alle parabole di Cristo, cosi luminose, succose, toccanti.
- Gustav Janouch gli domanda: E Cristo?. Kafka, chinando il capo, risponde: È un abisso pieno di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi.
- Il linguaggio mirabile e unico delle parabole fondeva come per magia l’aneddoto, il precetto, la luce e la grazia in un’immagine che risultava al tempo stesso chiara alle anime semplici e indecifrabile agli spiriti contorti.
- Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
- – Allora ragazzi, a cosa volete giocare?– Al Buon samaritano![Iniziano a giocare al gioco in scatola Buon samaritano (Good Samaritan): Rod pesca una carta]– A me tocca vestire il lebbroso!– Beato te!
- Ma inumano è pur sempre l’amore | di chi rantola senza rancore | perdonando con l’ultima voce | chi lo uccide fra le braccia di una croce.
- È importante avere grandi dispiaceri. Oppure gli esseri umani avrebbero lasciato morire Cristo sulla croce per amare il loro mal di denti.
- E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
- La parabola di Gesù mantiene tutta la sua carica di enigmaticità, lascia all’ascoltatore il compito di comprenderla, lo interpella e lo costringe a interrogarsi, lo coinvolge in prima persona e lo impegna alla ricerca del senso.
- Per un istante essi [gli apostoli] possono riconoscersi nei servi del padrone, guardare il mondo così come quelli hanno guardato il campo coltivato. […] E tutto ciò che egli dice deve ultimamente ripercuotersi sui loro successori e sul loro apostolato, così che si trasformi nel tentativo di una piena e genuina corrispondenza. […] E se il Signore nella parabola mostra in anticipo il giudizio, allora il loro tempo dell’attesa, della pazienza, del dover stare insieme con il male sulla terra, riceve un nuovo senso, che quaggiù non può mai essere inteso pienamente, perché il comprendere sta nell’agire del Signore nel giorno del raccolto, alla fine della loro missione.
- Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero.
- Vegliate dunque, proprio perché non perdiate né il giorno né l’ora. Sarebbe troppo facile risvegliarsi in un determinato momento che fosse già noto in antecedenza. Il momento può essere sempre e per questo si deve sempre essere vigilanti. Il quotidiano è grigio e noioso, monotono e piatto; fa credere alle persone di essere in qualche modo affondate in una dimensione senza tempo. Ma il Signore non attenua le sue pretese. Non si adatta alla lunghezza dell’attesa. Nel momento in cui arriva esige da noi, senza sconti, di udire tutta la verità, di adempierla in tutto e per tutto. Cristo ha lasciato che il Padre velasse l’ora. Voleva restare pienamente vigile e pronto. Ha potuto farlo, e vuole che anche i suoi lo possano fare. Il Padre deve riconoscere nei cristiani questo tratto caratteristico del Figlio.
- Pecca fortemente, ma ancor più fortemente confida e godi in Cristo.
- Devi parlare a Gesù anche col cuore, oltre che col labbro. Anzi, in certi contingenti, devi parlargli soltanto col cuore.
- Il Signore parla in parabole. Egli si serve delle cose di tutti i giorni, che chiunque può capire e, in tal modo, mostra che tra il quotidiano e l’insegnamento cristiano non c’è un abisso, che la vita che passa è in un rapporto vivo con la vita eterna e che, quindi, la condotta dell’uomo aiuta a promuovere lo scambio tra ambedue le vite e fa riflettere su di esso.
- Il mio segreto è infinitamente semplice. Prego. Attraverso la preghiera, divento una cosa sola nell’amore con Cristo. PregarLo, è amarLo.
- Tu non puoi chiamare Cristo il Salvatore, senza chiamarlo Dio. Perché un uomo non ti può salvare.
- Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!
- Le parabole sono un atto di cortesia, di rispetto della libertà degli uomini, di condiscendenza, quasi di tenerezza.
- Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso.
- Non abbiamo che questi brevi attimi di vita per amare Gesù. Il diavolo la sa molto bene e per questo cerca tutte le vie per farceli perdere in un vano logorio.
- Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi.
- Una breve parabola, fatta di poche parole, come un piccolissimo seme che però contiene in sé una vita infinita. Viene gettato e rende la zolla capace del mondo, porta frutto nella vita eterna. Ha la pazienza di aspettare finché tutto sia maturo e si possa mettere mano alla falce per la messe.
- Più importante del fatto che i lavoratori della prima ora ricevano più salario è che essi riconoscano la bontà del Signore e sappiano che non hanno alcun diritto ad avanzare pretese nei confronti del Signore e che devono quindi essere contenti della grazia di poterlo servire. Nella Chiesa non deve sorgere alcuna forma di invidia. È vero che la condotta del padrone di casa in questa parabola può sembrare dura da mandare giù ai buoni cristiani, dal momento che il principio della «giusta» proporzione tra lavoro svolto e salario pare essere il criterio con cui, in questo mondo, si ritiene giusto il modo di fare di un padrone. Tanto più, poi, se si tratta di Dio! Ma la grazia non rientra mai nella capacità dell’uomo di disporre e calcolare. Chi potrebbe stabilire che cosa Dio debba a una persona che muore giovane o a un’altra che riconosca la Sua chiamata in tarda età? L’uomo deve imitare Dio, amandolo e non essendo meschino.
- Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. - Le parabole del Regno dei cieli e dei suoi misteri divini da una parte vanno comprese nello Spirito, dall’altra nella loro concretezza che l’uomo è capace di cogliere. Comprendere e non comprendere sono spesso confinanti. Qualcosa si può cogliere in un certo strato, mentre al di sotto di esso giace il non ancora compreso.
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