Volendo trovare un modo suggestivo di definire le votazioni, potremmo paragonarle ad una sorta di rituale, il quale si concretizza tramite una partecipazione attiva da parte del popolo e tramite una serie di procedure divenute ormai canoniche.
Le frasi sulle votazioni ci raccontano di quando il popolo é chiamato ad esprimere le proprie preferenze.
- Mio padre e mia madre non potevano godersi il lusso di votare in base a un programma, un’opinione. Quella è una cosa da privilegiati. Per loro il voto è il tentativo di esistere.
- La tua organizzazione non sarà mai più forte degli impiegati che ricerchi, selezioni e assumi e di quanto efficacemente essi vengono inizialmente addestrati e infine trattenuti.
- Il popolo che non sapeva niente oggi sa, se andassero a fondo e scavassero, ne succederebbero delle belle, veramente uscirebbero con i forconi. Io non dico che devono uscire con i forconi però hanno un arma che è molto più potente: il voto. Non lasciarsi corrompere dai vari potentati politici o leccaculi politici che vanno a promettere, a fare… noi non abbiamo nemmeno il diritto alla preferenza? Noi non vi votiamo proprio il partito. Andiamo a votare qualcuno che è contro di voi, pure se andiamo peggio, però vi diamo una lezione indimenticabile. Ormai quello è l’unico sistema che ha il popolo italiano per potersi difendere.
- La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco di marionette, di pupazzi…
- Le elezioni sono la vendetta del cittadino. La scheda di voto è un coltello.
- Avevo dieci anni quando, con mio padre Antonio, senatore del Msi, parlai per la prima volta da un palco, alla vigilia delle elezioni comunali.
- Sarà la prima volta che non andrò a votare,
sarà la prima volta che non andrò a puttane. - Le promesse delle elezioni sono come i miracoli. In caso di mancato avveramento, il reclamo deve essere rivolto a Dio.
- Come quasi tutti ho vissuto a lungo con mio padre e mia madre. A mio padre piaceva guardare la lotta, a mia madre piaceva farla; non importava quale. Lei era nel giusto, e poche storie.
Sceglieva le giornate più ventose per stendere i lenzuoli doppi. Esigeva che i mormoni bussassero alla porta. Durante le elezioni, in una cittadina operaia laburista mise alla finestra la foto del candidato conservatore.
Non aveva mai avuto incertezze. Per lei il mondo si divideva in amici e nemici. - Se volessimo capire in cosa consiste davvero la razza umana, dovremmo solo osservarla in tempo di elezioni.
- Amo il mio paese? Sì. Vado a votare? Ci andavo, finché non spostarono il seggio in quella casa con il Pit Bull.
- Nell’ anno di grazia 2000 con due elezioni e un referendum davanti si vorrebbe approfittare per abbandonare il patto di stabilità e dire che ci interessa soltanto la crescita economica.
- Sappiamo che il Governo non ha una maggioranza e vive in condizioni di difficoltà. Ci auguriamo sia in grado di guidare il Paese sino alle elezioni amministrative.
- Il popolo è salito di prezzo, ma è un aumento solo stagionale. Immediatamente dopo le elezioni il prezzo scenderà.
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- E ricordatevi, signore e signori, una vecchia frase di un anonimo che dice così: «I politici somigliano ai pannolini: bisogna cambiarli spesso e per lo stesso motivo». Ricordatelo alle prossime elezioni.
- Con il voto non cambierà niente in questo Paese [il Brasile]. Purtroppo le cose cambieranno solo quando un giorno partiremo per una guerra civile qui dentro e faremo il lavoro che il regime militare non ha fatto, cioè uccidendo 30 mila persone.
- Che vita! | Pietro Mennea e Sara Simeoni | son rivali alle elezioni.
- Carmen, il carcere è formativo, una specie di università! Poi sinceramente siamo sotto elezioni, Carmen, ragiona: in un momento così, meglio lui
- Dire di dare il voto agli immigrati alle elezioni amministrative non è cattocomunista. In alcuni paesi europei è già in vigore.
- Le elezioni divengono una sorta di inebriante “lascia o raddoppia”, in cui sono in gioco le speranze e le aspirazioni dei candidati, non già problemi politici concreti.
- Non è necessario essere politologi per capire che in Italia non c’è alcuna dittatura. Le elezioni sono libere. Non ci sono persone che vengono picchiate, manganellate, incarcerate per le loro idee. Eppure c’è qualcosa di grave nelle informazioni che vanno dall’Italia all’estero.
- Sono tanti anni che seguo la politica molto da vicino, è il mio lavoro. Non avevo mai vissuto, tuttavia, niente di simile a quello che stiamo tutti quanti oggi vivendo. Un disorientamento così assoluto, una perdita repentina di ogni punto di riferimento. Una classe politica che ha rinunciato a occuparsi del fatto che la metà dei cittadini non va più a votare e si trincera dentro un recinto ogni giorno più esiguo, che canta vittoria quando dentro quella minoranza ottiene la maggioranza. Si vincono le elezioni, oggi, coi voti di un cittadino su dieci. Altrove, in altre democrazie, può essere considerato un buon risultato. In Italia non era mai successo. In Italia quando ero ragazza, non molti decenni fa, votare non era considerato solo un diritto, era prima un dovere. Del resto questo c’è scritto nella Costituzione: un dovere. Bisognava votare, magari scheda bianca ma si andava. Ricordo che mio nonno mi diceva che se non ti presentavi al seggio ti sporcavi la fedina penale, ci scrivevano sopra «non ha votato» ed era una vergogna, poi dopo magari perdevi il lavoro. Lo diceva con orgoglio, gli sembrava giusto così. Avevano lottato tanto. A votare, a parte una minoranza davvero esigua, ci andavano tutti.
- Le ultime elezioni hanno posto le basi per i prossimi 500 anni di medioevo.
- Non dobbiamo reagire, eh, nervi saldi, dobbiamo rassicurare. A forza di rassicurare ci arriva una bastonata il giorno delle elezioni!
- Nella mia infanzia noi eravamo il nulla, esistevamo solo al momento delle elezioni, e i miei andavano a votare per Le Pen perché anche loro volevano esistere due volte, almeno il giorno delle elezioni.
- Chi promette soluzioni magiche per fini di consenso, seminando paure e diffondendo illusioni, talvolta ridicole, non aiuta l’Italia ma la danneggia. E non sono neanche sicuro – lo vedremo alle prossime elezioni – che aiuti se stesso.
- Smettetela di parlare di scandali e cominciate a parlare di politica. Dovremmo avere fiducia nella gente, perché legge, può essere divertita dalle notizie, dai titoloni, ma poi quando si vota tutto finisce nel cestino della carta straccia: nell’urna la gente sceglie chi propone la politica migliore per il futuro. Si vince così.
- Le elezioni ci ricordano non solo i diritti, ma le responsabilità della cittadinanza in una democrazia.
- Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo. I politici devono fare qualcosa di concreto già prima delle elezioni; e non promettere e basta chiedendo voti. Invece di chiedere devono dare. Se non risolvono il problema dei rifiuti a Napoli, non votate.
- Eh lo so, lo so, ma è lui il pilota ora, ha lui il comando, è lui che decide. È il boss, il capo banda, il capo indiano, il capolista, ha vinto le elezioni, è un raccomandato!
- Talvolta ci si domanda perché le sedute parlamentari non si riducano per semplicità a riunioni dei soli capigruppo, ognuno dei quali si porti in tasca per le votazioni tante palline quanti sono i deputati ai suoi ordini.
- La democrazia non può essere definita come la presenza di parlamenti ed elezioni.
- Le elezioni appartengono alla gente. È una loro decisione. Se decidono di voltare le spalle al fuoco e bruciarsi il sedere, poi dovranno semplicemente sedersi sulle loro vesciche.
- Non è la par condicio che mi fa venire l’orticaria, ma sono quelli che spadroneggiando sui mezzi di informazione in lungo e in largo, da sempre, quando arrivano le elezioni diventano le prefiche della par condicio. Come se io fossi il signore degli spot! Io avrei da guadagnare da una vera par condicio.
- Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati establishment dei due principali partiti, i quali, potete starne certi, stupidi non sono, ma anzi hanno una consapevolezza profonda di quanto gli convenga mantenervi in una condizione di disgusto e noia e cinismo, fornendovi ogni possibile motivazione psicologica perché il giorno delle primarie ve ne stiate in casa a farvi i cilum guardando Mtv. Sia chiaro: avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.
- Siamo un paese che tende a prendere forti sbandate ideologiche. Si sono trasformati in ideologie persino il berlusconismo e l’antiberlusconismo e il mio grande dolore è stato non essere riuscito ad avviare una stagione di collaborazione nell’interesse dell’Italia dopo le elezioni.
- I cittadini contano solo il giorno delle elezioni.
- Voto (s.m.). Simbolo e strumento della facoltà che ha ogni libero cittadino di dimostrarsi uno sciocco e di rovinare il proprio paese.
- Gli elettori sono molto incoerenti. Prima scelgono il bugiardo più talentuoso, e dopo le elezioni gli danno la colpa perché fa quello che sa fare
- Le elezioni sono vinte da uomini e donne principalmente perché la maggior parte della gente vota contro qualcuno piuttosto che per qualcuno.
- Rispettate il Diavolo. Nelle prossime elezioni potrebbe avere successo
- Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora, a voi preparare il discorso funebre per me.
- La storia della vita sulla Terra, lo sappiamo, è la storia dell’adattamento all’ambiente. Attraverso una serie di mutazioni e di selezioni, le specie vegetali e animali si sono continuamente adattate all’ambiente in trasformazione, trovando ogni volta le soluzioni giuste per sopravvivere nei climi più diversi. Chi non s’adattava si estingueva.
- Noi, come cittadini, abbiamo un’arma molto potente: il voto, solo che non lo sappiamo usare. Ci lasciamo corrompere da quelli che hanno interessi nei vari partiti con promesse che poi non vengono nemmeno mantenute ma una volta per sempre cerchiamo di rivoltare questo sistema, di questi vecchi personaggi, perché quella è l’unica strada ormai che rimane. Perché poi ce ne sarebbe un’altra ma sarebbe troppo cruenta e invece c’è il voto: di non votare. Voi non fate questo per il popolo voi non meritate di andare a fare i ministri o i deputati o altro.
- Se riuscite a fare la fila per un dannato telefono, potete anche fare la fila per votare. Se riuscite a trovare l’after party, potete anche trovare il seggio elettorale. Se riuscite a trovare il tempo per farvi un tatuaggio, potete trovarlo anche per registrarvi come elettori. La foto d’identificazione? […] Pensatela come un selfie per la democrazia! Fatelo e basta!
- Ho sempre perso le elezioni nei sondaggi e le ho sempre vinte il giorno delle elezioni.
- Se escono con qualunque “marramucia” (trappola), dandoci degli imbroglioni, disconoscendo il trionfo o ritirandosi prima delle elezioni, allora convocherò un referendum attraverso decreto per chiedere ai venezuelani se accettano che possa rimanere rieletto fino al 2031. (dal discorso alla nazione durante il programma Alò Presidente sulle elezioni del 2006)
- Sono nella compagnia da 24 anni! Sono stato piazzato in Grecia per 15! Papandreou avrebbe vinto le elezioni se non avessi aiutato la giunta a farlo prigioniero! Ho consigliato e armato l’esercito ellenico! Ho neutralizzato campioni del comunismo! Ho passato gli ultimi 3 anni a imparare il finlandese!!! Che ti serve a tanto qui in Virginia!
- Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. L’elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni.
- Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Se Beppe Grillo vuole fare politica fondi un partito. Metta in piedi un’organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa?
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